L’Aventino di Matteo Renzi

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La notte della luna rossa soddisfa le attese: per un’ora e quarantatre minuti il nostro satellite si è trovato in perfetto allineamento con il sole e la terra determinando l’eclissi totale più lunga del secolo; si è potuto osservare il fenomeno a occhio nudo, distinguendo nettamente pianeti come Marte e Giove, ma anche Saturno e Venere. Emmanuel Macron, il cui gradimento in patria sta precipitando sotto il 34 per cento, afferma a Lisbona che nel giro di una quindicina di anni potrebbe realizzarsi un’Europa allargata, meno integrata dall’Ue ma molto esigente sui suoi valori, con una moneta comune, un mercato del lavoro molto più integrato e una vera convergenza sociale; potrà contare su accordi di stretta associazione con la Turchia e la Russia, perché se si vuole la pace bisogna stabilizzare queste due potenze. Dopo le dichiarazioni di Davide Casaleggio che ha teorizzato l’inutilità delle istituzioni parlamentari, è la volta di Beppe Grillo che profetizza il superamento della democrazia: oggi sono le minoranze che gestiscono i paesi quando meno del cinquanta per cento va a votare. Matteo Renzi riunisce a cena nella residenza Lavernale sull’Aventino i suoi sostenitori; partecipano 120 parlamentari pagando 50 euro ciascuno, a fronte dei mille che occorrevano ai tempi della prima Leopolda. La parola d’ordine sarebbe la ripartenza in autunno per rientrare in campo senza ansie; durerà poco il ciclo di Lega e Cinquestelle, che hanno paura e sono giunti ormai a un livello di disperazione. Tiepida se non ostile la reazione nel partito: Francesco Boccia, appartenente all’ala di Michele Emiliano, parla di una politica vecchia, ormai superata, fuori dal tempo, che non guarda al futuro ma solo a un passato di rimpianti; il segretario Maurizio Martina mira alla ripartenza e sostiene che l’alternativa al pentaleghismo si costruisce riallacciando i legami delle comunità, ascoltando le persone e le loro parole di sostegno.

Lillo S. Bruccoleri