Farsi indietro è un passo avanti

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Il congresso dei deputati sarà chiamato domani a pronunciarsi sulla mozione di sfiducia contro il premier Mariano Rajoy: sarebbe la prima volta nella Spagna democratica e il re Felipe VI dovrebbe firmare con effetto immediato il decreto di nomina del socialista Pedro Sanchez che già lunedì diventerebbe il nuovo capo del governo. Tramontata l’idea di mettere in stato di accusa Sergio Mattarella, gli si restituisce anche il diritto all’immagine negli uffici: il prefetto di Milano, Luciana Lamorgese, a margine della cerimonia di conferimento delle onorificenze, comunica che dopo un attimo di disorientamento sono state riposizionate le foto del presidente della repubblica che alcuni sindaci avevano rimosso per protesta. «Talvolta farsi indietro è già un passo avanti»: questo verso spruzzato ad acqua su un muro del capoluogo lombardo costa al poeta di strada Ivan Tresoldi un rinvio a giudizio chiesto e ottenuto dal pubblico ministero Elio Ramondini. Il procedimento era nato con una denuncia presentata dalle guardie ecologiche per una scritta sul muro di fronte alla biblioteca Bicocca; l’autore di «Una pagina bianca è una poesia nascosta» si è a sua volta autodenunciato per una ventina di episodi, rivendicando però la sua dignità di artista e precisando di avere sempre condiviso le sue intenzioni con gli abitanti delle zone prescelte. Passi avanti, indietro, di lato e simili vengono evocati da quasi tre mesi e all’alba di oggi potrebbero tramutarsi in realtà le ipotesi agitate nella notte per soluzioni di compromesso che diano vita a un governo presieduto da un Giuseppe Conte richiamato alle armi dopo la imposizione del congedo a Carlo Cottarelli; Paolo Savona sarebbe invitato a entrare nell’esecutivo ma in un ministero diverso da quello dell’economia. Si parla di un governo politico sostenuto da una fiducia tecnica, che nel cinquantenario del mitico sessantotto risuscita il concetto della fantasia al potere.

Lillo S. Bruccoleri