L’Italia prova a fare la voce grossa

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Si svolge nella notte a Bruxelles il confronto tra i paesi della Ue ed è sul piede di guerra l’Italia rappresentata dal premier Giuseppe Conte, il quale minaccia il veto dichiarando che se questa volta non dovessimo trovare disponibilità da parte degli altri paesi europei potremmo chiudere il consiglio senza approvare conclusioni definitive. In un videomessaggio trasmesso a Milano per il festival dei consulenti del lavoro il ministro Paolo Savona promette di dedicare tutte le sue forze alla costruzione di una Europa più forte e più equa, dal momento che ai problemi interni se ne aggiungono altri che hanno origine nell’incompiutezza della unione europea. La confisca di numerosi terreni per costruzione abusiva secondo i giudici di Strasburgo ha violato il diritto di proprietà in quanto mancava una sentenza di condanna dei responsabili. L’Italia ha pertanto dovuto soccombere nel ricorso presentato da quattro società a responsabilità limitata e da una persona fisica: si tratta di Giem, Hotel Promotion Bureau, Rita Sarda, Falgest e Filippo Gironda. Gli edifici sono quelli di Punta Perotti (Bari), Golfo Aranci (Olbia), Testa di Cane e Fiumarella di Pellaro (Reggio Calabria). Dopo undici ore di interrogatorio il costruttore Luca Parnasi sostiene di avere pagato tutti i partiti; l’inchiesta è cominciata in relazione al nuovo stadio della Roma e al ruolo svolto, tra gli altri, dall’ex presidente dell’Acea Luca Lanzalone. Supermorosi spagnoli sbugiardati con la pubblicazione di un elenco di 4.318 nominativi, tra i quali è compreso l’ex vice premier nonché direttore del Fmi Rodrigo Rato; ma vi figurano vari personaggi noti al pubblico come il calciatore brasiliano Dani Alves, il cantante Miguel Bosè, la presentatrice televisiva Patricia Conde. L’ex presidente della banca Banesto deve 14,9 milioni, mentre l’ex presidente del Real Madrid Lorenzo Sanz più modestamente ne deve poco meno di due: 1,86 per l’esattezza.

Lillo S. Bruccoleri